A te.

Ieri mi hai messo in testa un concetto nuovo: la “semplicità” della zagara.

Hai detto che è il fiore più semplice e che nella sua grande semplicità presto muore per dar vita al suo umile e molto prezioso limone.

Bella da vedersi, gradevole da odorarsi.

La zagara ha dei piccoli petali. Piccoli, ma carnosi, vellutati e dal profumo deciso.

Mi piace molto odorare la scia di zagara, che al mattino quando scendo da casa si mischia con il profumo di pane caldo -che secondo me è il più bel profumo del mondo- e dirige il moto dei miei polmoni.

La seguo finchè posso quella scia, nonostante tutte le mie intolleranze ai profumi (anche se da sempre ho pensato che la“colonia di zagara zuma” fosse il profumo dei bambini delle famiglie meno “in” della città! Ma da farcisi su una risata, nessuna discriminazione).

Mi piace di più il tuo concetto di semplicità.

Morire, anche presto sfiorire per generare.

Anche quando non vuoi, non smetti mai di insegnare.

t.a.q.t.i.m.d.m. …Sccccc! Te lo bisbiglio, che nessuno ci senta!

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