Ventitre di maggio…

Avevo detto una volta, che ovunque mi trovassi, dispersa nel mondo, il ventitre di maggio e il diciannove di luglio, volevo tornare a Palermo…

Non oggi, purtroppo!

Lo farò, mi adopererò con tutte le forze per ogni ventitre di maggio futuro e per ogni diciannove di luglio…
Ci voglio portare i miei figli, ogni anno, per fargli odorare cosa è stato e cosa potrà ancora essere  in un posto così lontano da dove probabilmente nasceranno…

Ed è un cane che si morde la coda la mia Città di merda così bella!

E non mi va neanche di parlarne, scrivo di getto quello che mi passa per la testa, senza il bisogno e l’accortezza di motivarlo… Non devo spiegare, nè giustificarmi per quello che provo. Chi mi leggerà, forse non avrà gli strumenti per andarci a fondo, ma coglierà di certo le mie emozioni, la mia rabbia e il mio disdegno.

Mi manca la mia Città!
Da qui è anche più difficile ricordarne gli uomini piccoli e silenziosi che divennero grandi e rumorosi!
Mi manca una Città incazzata che il ventitre di maggio si riversa in strada, mi manca quell’albero pieno zeppo di pizzini, gli striscioni, le uniformi blu e i fazzolettoni colorati, Addiopizzo e Villa Trabia…
(Oggi, per tributo, me la metto la mia maglietta!)

Ciao Giovanni!

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