Ritrovarsi all’una della notte per strada e non sapere dove andare a prendere un cornetto caldo…

Ciao blog!
Sono reduce da un weekend lungo in terra natìa, una tregiorni di sfondamento degli intestini crasso e tenue insieme, insomma.
Dall’aeroporto dritti in friggitoria, del resto era ora di pranzo, mi pareva doveroso fare il saluto al pane cà mèusa e, per evitare offese, è noto che lo street food è permaloso, pure al pane & panelle!
[Il saluto al pane cà mèusa is the new saluto al sole.]
E così, il primo step dell’esercizio per elasticizzare lo stomaco.
Tutto quello che è rimasto ricompreso tra il sabato mattina e il lunedì pomeriggio rappresenta allenamento duro.
Al di là di questa parentesi non proprio ipocalorica, il tema di questa paginetta, blog mio, era un altro. Un pò meno goliardico, forse.
Sabato sera siamo stati a fare un giro in centro, a piedi, come facevamo quando eravamo “giovani” e residenti…
Via Libertà è incantevole come sempre, coi suoi platani macchiati e secolari, illuminati dai lampioni gialli e da una luna piena, coperta da una volta blu intenso, avvolta dai 24 °C all’una di notte e da un prepotente profumo di gelsomino… Uno splendore!
Mi è calato un velo di tristezza quando, una volta digerita la cena di pesce fresco, nel momento del solletichino allo stomaco che reclamava un cornetto caldo, non sapevamo dove andare!
E’ una brutta sensazione quella di sentirsi spaesati, nel posto dove si è cresciuti!
Ma va bè, mi sono presto consolata, poi, con il cornetto caldo alla marmellata di cui sopra, però un leggero retrogusto amaro mi è rimasto!
Ho guardato la gente passeggiare, alcuni vestiti bene, alcuni peggio, alcuni coi passeggini, altri no e mi sono chiesta tutta la sera “questi, qui, come campano?”
La risposta, ovviamente, non me la sono data e penso che non me la darò mai.
Resta di fatto che io non sono più residente.

 

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